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Il programma tecnico di studio dell’allievo, si basa, da subito sull’ apprendimento dei principi base e delle tecniche di difesa personale, che è, come gia detto varie volte, la priorità della scuola.
Le prime basi e tecniche provengono dalle arti marziali filippine, l’Arnis, Kali, Escrima e il Silat del sud delle Filippine (Mindanao e isole Sulu) chiamato anche Kuntaw o Kuntaw-Silat, questo stile di Silat, differisce leggermente da quelli più conosciuti indonesiani e malesi, permette di entrare velocemente nella guardia dell’ avversario per portare tecniche di percussione, leve articolari o tecniche di squilibrio e si inserisce naturalmente e senza difficoltà nel Panantukan o Suntukan, cioè il pugilato filippino, una sorta di pugilato sporco, da strada, non soggetto alle regole degli sport da ring ma anzi una disciplina in cui è tutto valido anche e soprattutto gomitate, ginocchiate, testate e persino morsi (in filippino Kino Mutai, l’arte di mordere), l’ arte di calciare o Sikaran, una rapidissima serie di calci bassi e invisibili (rapid fire kicking) alle articolazioni delle gambe o ai genitali e la serie di quasi trenta leve articolari (Dumog) vanno a completare la parte a mani nude dei primi anni di studio e danno un’idea di come il percorso iniziale sia tipicamente e in prevalenza filippino.
Successivamente, l’ allievo inizierà ad apprendere gli esercizi di sensibilità tipici delle arti da combattimento filippine, esercizi detti Hubud, Lubud che significa legare e slegare o anche cadena de mano, in riferimento all' incessante contatto con le braccia del nostro compagno di allenamento, esercizi di sensibilità a corta distanza che ci permettono di sviluppare sensibilità: ”Tattile” e quindi reazioni estremamente rapide ed istintive nel combattimento a corta distanza che ci danno la possibilità di intrappolare e legare appunto le braccia dell’avversario (simili al chi sao del wing chun), in quest’ area di studio trovano posto elementi provenienti da gli stili cinesi di kung fu (nel nostro caso Kuntao) versati in questo particolare tipo di lavoro: Tang lang (mantide religiosa) e appunto il Wing chun, che vanno ad ampliare e rendere ancora più completo ed efficace l’ allenamento delle Hubud o esercizi di sensibilità a corta distanza delle arti marziali filippine.
La difesa a terra, cioè lo studio delle tecniche da usare dal suolo, cioè se caduti o gettati a terra appunto, cosa non infrequente in uno scontro reale per strada, proviene invece dall’Indonesia e cioè dal pentjak silat Harimau (lo stile della tigre) di Sumatra e permette di muoversi da terra appunto, rapidamente, spazzando e proiettando l’ avversario colpendolo con vari tipi di colpi di mano e di piede, immobilizzandolo con particolari leve articolari che nella maggioranza ci permettono l’immobilizzazione dell’ avversario mantenendo le nostre braccia libere ed pronte a fronteggiare altri attacchi.
Lo studio delle armi, che inizia anch’ esso subito o quasi, prevede il maneggio del bastone corto, doppio o singolo (olisi singolo e doppio) del coltello (pisau) e del bastone lungo (sibat) provenienti dal kali e dal pentjak silat e successivamente di altre armi molto particolari quali karambit (particolare coltello ricurvo), del dos puntas (piccolo bastone tascabile) e di vari tipi di machete filippino (bolo) e indonesiano (golok).
Si può cosi comprendere la completezza del programma tecnico della scuola e quindi anche della formazione tecnica dell’allievo, che puo contare su di una preparazione a 360°, a mani nude e con le armi, in piedi e a terra.



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